mercoledì 11 giugno 2008

Ricordo di AUGUSTO LIVI

Augusto Livi, morto al Villaggio, a 88 anni, venerdì sei giugno, ora riposa nella sua Firenze, accanto alla adorata moglie Marta, scomparsa qualche anno fa. Da noi, nella nostra comunità, tuttavia resta di lui il ricordo di una presenza indimenticabile. Perchè fu una presenza importante, che onorò tutti noi. E perché ci ha dato una preziosa lezione di vita e di convivenza.
Augusto Livi era stato un grande, notissimo giornalista. Era stato direttore di tre quotidiani: ”Il nuovo corriere”di Firenze fondato nel dopoguerra dallo scrittore Romano Bilenchi; ”Il paese”di Roma”; “l’Ora” di Palermo. Aveva concluso la sua lunga carriera come inviato speciale di “Paese sera” nell’allora Unione Sovietica, in America Latina e in altre parti del mondo. E come inviato era stato testimone di fatti memorabili della storia del secolo scorso -colpi di stato, guerre, rivoluzioni- che aveva raccontato e spiegato ai suoi lettori non solo con grande chiarezza ma anche con la massima obiettività, per questo ignorando -come ci ha ricordato in una lettera il condomino Felice Piersanti- le pressioni che egli talvolta ricevette dal partito che era di fatto l’editore dei suoi giornali perché fornisse versioni non corrispondenti alla verità su alcuni grandi eventi ad esempio il rapporto Krusciov sui crimini dello stalinismo.
Nel Villaggio, che contribuì a costruire, e di cui fu ospite fisso nei quasi quarant’anni della nostra comunità, Augusto non volle però trasferire e far pesare questa sua notorietà. Nonostante i suoi successi, di cui facevano parte anche i diversi libri pubblicati, era un uomo modesto, che cercava l’amicizia e la simpatia non l’ammirazione di coloro che gli stavano vicini. Prima come villeggiante, poi, negli ultimi anni, come residente fisso volle essere uno dei tanti. E tanti gli ricambiarono simpatia e amicizia, sia tra gli ospiti del Villaggio sia tra i frequentatori della spiaggia. In definitiva Augusto praticò e insegnò, con il sostegno della sua adorata Marta, le regole delle convivenza, tenendosi per questo lontano -e invitando tutti gli altri a fare altrettanto- dai dissidi e dai pettegolezzi che ogni tanto entravano in circolazione nel nostro condominio come in tutti condomini di questo mondo. E anche per questo, per averci aiutato a stare meglio insieme, lo ringraziamo e lo rimpiangiamo.


ricevuto da Mario Pinzauti

2 commenti:

Alfonso Margani ha detto...

Veramente Augusto Livi fu in prima fila, quando lavorava a Paese Sera, nel diffamare i rivoluzionari ungheresi che nel 1956 si erano ribellati allo strapotere e alla dittatura sovietica,per cui c'è ben poco da rimpiangere! Lo testimonia ancora un suo scontro con Rosario Romeo, alla RAI, nel ventesimo anniversario della rivolta.

Unknown ha detto...

Mia madre Fiorenza Orlandini portò Livi a casa di Amerigo Tot e ne uscì una intervista su " Ungheria Oggi" di cui lei era direttrice. Tot era lo scultore ungherese che realizzò la "frise" della facciata della stazione Termini. Ebbene ricordo che parlando di Geroe o Rakosy ma poco importa, Livi disse chiaramente trattarsi di macellai anzi fu il Tot a pregare di non scrivere questo perchè quelle ferite storiche non si erano ancora abbastanza rimarginate.